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    Cagliari Marina

Itinerario turistico “la città storica”

Questo itinerario abbraccia due quartieri storici – Castello e la Marina – secondo un tragitto che si snoda tra le vie ora strette e contorte, ora ripide, che toccano i luoghi e  gli edifici più significativi del passato della città. I due luoghi formano il cuore della città antica e sono storicamente legati anche dal reciproco rapporto politico-economico plurisecolare. Per una visita più agevole si può cominciare un percorso in discesa, partendo dalla spianata dove sorge la passeggiata del Buon Cammino.

Una prima sosta all’esterno della Porta Cristina consente di godere di una delle spettacolari viste sulla città e sul territorio, soprattutto all’ora del tramonto: sono infatti visibili il quartiere di Stampace e la sua espansione verso occidente fino alla laguna di S. Gilla e il porto-canale lungo la costa sudoccidentale dell’isola. La Porta Cristina segna l’ingresso nel Castello e prende il nome dalla moglie del re Carlo Felice, Maria Cristina di Savoia, alla quale è dedicata.

Attraversata la Porta a sinistra si entra nell’antico Arsenale, oggi Cittadella dei musei, ampio e suggestivo spazio collocato alla sommità del colle del Castello.

La Cittadella è un felice connubio tra forme antiche, che vanno dall’età romana all’Ottocento, e costruzioni moderne in cui prevale il cemento armato unito al calcare, tipica pietra cagliaritana. Entrati attraverso il monumentale portale si possono visitare gli istituti culturali, ospitati nell’interno dei vari corpi da cui è formata la costruzione. Immediatamente a destra le ex prigioni di S. Pancrazio accolgono mostre temporanee al pari della sala attigua che in uno spazio molto ampio mette in luce antiche strutture con feritoie e una cisterna.

Qui al secondo piano è esposta la Raccolta delle cere anatomiche di Clemente Susini, realizzate a Firenze tra il 1803 e il 1805 e comprendente numerosi modelli in cera riproducenti varie parti del corpo umano. Lasciato sulla destra il Dipartimento universitario di Archeologia e Arte, che conserva la Collezione archeologica, si accede al Museo Archeologico Nazionale, che comprende su quattro livelli espositivi gli oggetti della ricchissima collezione, ordinati dalla preistoria all’Alto Medioevo e provenienti in grandissima parte da scavi compiuti nell’isola. La Pinacoteca Nazionale si sviluppa su tre livelli che inglobano le fortificazioni spagnole del sec. XVI ed è in gran parte occupata dai retabli, grandi altari dipinti su legno, quasi sempre provenienti dalla chiesa di S. Francesco di Stampace, distrutta nel 1875.

Usciti dalla Cittadella, si erge la mole della torre di S. Pancrazio, che domina il ristretto spazio della piazza Arsenale e si affaccia sulla più vasta piazza Indipendenza. La torre pisana, realizzata nel 1305 dall’architetto Giovanni Capula per scopi difensivi, fu poi modificata dai Catalani per essere utilizzata come prigione fino ai primi del Novecento, quando il restauratore Dionigi Scano riportò l’edificio alle forme originarie, ricollocando gli impalcati in legno. Dalla sommità della torre si gode una spettacolare vista a 360° sul territorio cagliaritano.

Prima di imboccare il  portico dell’edificio ottocentesco delle Siziate, un tempo luogo delle sedute dei Parlamenti sardi, si può osservare all’interno degli uffici della Soprintendenza per i Beni Artistici e Architettonici (n. civico 8) una torre circolare, inglobata nell’edificio, facente parte delle antiche fortificazioni pisane, poi rinnovate dagli Spagnoli.

Si giunge alla piazza Indipendenza, punto di partenza privilegiato per la visita del quartiere di Castello, dove si possono osservare, in senso orario, alcune pregevoli costruzioni otto-novecentesche: il Conservatorio delle Orfanelle (n. 8), il palazzo Sanjust (n.1), oggi sede del Grande Oriente d’Italia, il Palazzo Amat (n. 138) e la vecchia sede del Museo Archeologico. Si imbocca ora la via Martini, dove l’Asilo Umberto e Margherita contiene la chiesa di S. Lucia, bell’esempio di architettura tardogotica risalente alla metà del sec. XVI. Uscendo dalla chiesa, si giunge ad una terrazza che offre un’ampia e magnifica vista sul versante orientale della città e del territorio cagliaritano.

Un ascensore favorisce il collegamento diretto tra il Castello e il Terrapieno e il quartiere di Villanova sottostanti.

La vasta piazza Palazzo, allungata e in pendenza, ospita i più significativi edifici della città antica, che assommano il potere religioso, quello politico e  quello civico. Dapprima si scorge la lunga facciata del Palazzo Regio, che oggi ospita la Prefettura, seguito dalla Curia Arcivescovile e dalla Cattedrale. Perpendicolarmente a questa l’ex Palazzo di città, e, alla sua sinistra, la piccola chiesa della Speranza, cappella privata della nobile famiglia Aymerich.

Davanti alla Cattedrale una breve scala conduce alla piazza Carlo Alberto, l’antica plazuela, che al centro ospita una statua di S. Francesco d’Assisi, qui collocata nel 1926.

Scendendo lungo la via Lamarmora, principale arteria del quartiere, si possono osservare diversi palazzi gentilizi, costruiti in gran parte nel corso dell’Ottocento – Palazzo Nin Asquer (n. 80), Palazzo cosiddetto de is cincu concas, a causa delle cinque teste di Romani illustri che ne ornano il portone (n. 31) – fino al maestoso portale che immette nel modestissimo Palazzo Brondo (1622).

Si può ora voltare verso l’imbocco della via Genovesi che si aggira secondo un andamento curvilineo sottolineato da altri interessanti edifici (Palazzo De Candia ai nn. 8-18, Palazzo Sanna Cao di S. Marco ai nn. 104-108, Palazzo Siotto ai nn. 114-116, che ospita la Fondazione omonima, assai attiva anche nell’organizzazione di convegni e concerti).

Si risale così verso il Palazzo Cugia, realizzato su disegno dell’architetto Gaetano Cima, che si allunga fino all’angolo della via S. Croce, per svoltare a sinistra dove in una piccola piazza sottostante sorge la chiesa di S. Maria del Monte. .

Risalendo nella via S. Croce, sono visitabili i locali delle antiche caserme piemontesi, sede del cosiddetto “Ghetto degli Ebrei”, così chiamato per la vicinanza con il luogo dove risiedevano gli ebrei fino al loro bando dai territori spagnoli del 1492. Oggi l’edificio è un centro culturale polifunzionale, appartenente al Comune di Cagliari e destinato a spazio espositivo per mostre, riunioni e congressi.

Usciti dal Ghetto, si scende verso il Bastione di S. Croce che consente un’altra delle frequenti  vedute della città nel suo versante occidentale fino al porto, dando particolare risalto alla grandiosa facciata neoclassica dell’Ospedale Civile, realizzato tra il 1844 e gli ultimi decenni dell’Ottocento su progetto dell’architetto Gaetano Cima.

Nell’area dell’antica sinagoga, luogo di culto degli ebrei di Cagliari, sorge la basilica di S. Croce.

Ripresa la spianata del Bastione di S. Croce, in un ripido slargo si può vedere la chiesa di S. Giuseppe, già appartenente ai Padri delle Scuole Pie con il convento annesso, oggi sede del Liceo artistico statale.

Contigua alla chiesa, in posizione dominante sulla parte sudoccidentale della città, è la torre dell’Elefante, seconda tra le costruzioni difensive pisane, terminata nel 1307 dall’architetto Giovanni Capula.

Varcata la torre dell’Elefante si prende la via Università dove si allunga il vasto complesso dell’Università degli Studi e della Biblioteca Universitaria, costruito nella seconda metà del Settecento secondo un progetto unitario.

Usciti dalla Biblioteca si osservi il muro esterno dell’ottocentesco Teatro Civico, distrutto dai bombardamenti del 1943 e oggetto di un recupero tardivo e ancora in atto. Sopra il teatro appare il Palazzo Boyl, uno tra i primi palazzi aristocratici sorti nel Castello, che poggia sulla base della torre pisana del Leone, inglobata nell’edificio costruito tra il 1840 e il 1850. Contigua all’edificio signorile è la vasta e spettacolare Terrazza Umberto I, parte superiore della sistemazione del Bastione di Saint Remy, realizzata tra il 1899 e il 1904. A mezza altezza della lunga e movimentata scalinata, si apre la Passeggiata Coperta con luminosi ambienti, utilizzati saltuariamente come luogo per manifestazioni di vario tipo.

Nella piazza Martiri d’Italia, che funge da “ingresso” al quartiere della Marina, si può osservare il Monumento ai Caduti delle Guerre di Indipendenza, realizzato da Giuseppe Sartorio nel 1886.

Prima di scendere lungo la via Manno, la strada commerciale per eccellenza, voltando a sinistra, lungo la via Torino si trova la chiesa di S. Rosalia, di impianto settecentesco.

Ripresa la via Manno, si può notare il fabbricato ottocentesco del Convitto Nazionale, già Palazzo del Duca di S. Pietro. Poco dopo le ripide scalette di S. Teresa conducono alla piazza Dettori dove si affaccia l’Auditorium comunale, che è in realtà il risultato della trasformazione avvenuta nel 1952-53 della chiesa gesuitica di S. Teresa, della quale infatti conserva ancora la facciata.

Ripresa la via Manno, dove si alternano ancora gradevoli edifici della città ottocentesca, dopo l’ampia curva si apre la chiesa di S. Antonio. Scendendo a sinistra le scale del portico S. Antonio si giunge alla chiesa del S. Sepolcro, che sorge sull’omonima piazza, già luogo di sepoltura del vicino ospedale, ormai dismesso.

Uscendo dalla piazza a destra si raggiunge la piazzetta Savoia prima di imboccare la via Baylle dove una modesta facciata nasconde la interessante chiesa rinascimentale di S. Agostino.

Usciti dalla chiesa si scende per imboccare a sinistra la via Sicilia che giunge alla chiesa parrocchiale di S. Eulalia, intitolata alla patrona di Barcellona.

Proseguendo lungo la discesa verso il mare, sotto i portici della via Roma, si trova la chiesa di S. Francesco da Paola.

Da qui allungando di poco il cammino verso sinistra si trova il Palazzo del Consiglio Regionale (1963-88), discutibile intervento di edilizia recente, che ospita nei suoi spazi esterni le sculture di Costantino  Nivola (1911-1988) e i graffiti di Salvatore Fancello (1916-1941).

Ripreso il porticato della via Roma, lungo il porto, si giunge all’imbocco del Largo Carlo Felice dove si segnala la mole bianca del Palazzo Comunale, che conclude l’itinerario nello spazio antistante.

In prossimità dell’edificio municipale, lungo la piazza Matteotti, dove è conservato il busto di Giuseppe Verdi, realizzato da Giuseppe Boero all’indomani della morte del grande musicista (1901), sorgono – in senso antiorario – il Palazzo Vivanet, edificio neogotico di fine Ottocento, che oggi ospita una delle case dello studente universitarie, la Stazione ferroviaria, inaugurata nel 1879, e l’autostazione con il terminal per l’aeroporto e i bus per i collegamenti con il resto dell’isola.